L'emergere della coscienza ”io”
Da Ego di Vimala Thakar
Considerate il cruciale punto di svolta avvenuto nell'esistenza della specie umana. Un bambino nasce e gli diamo un nome, a seconda se il suo corpo è maschio o femmina. Ripetiamo continuamente questo nome, chiamiamo il bambino decine di volte al giorno, e nel bambino inizia il processo subconscio di identificazione con il nome. Denominiamo le caratteristiche del suo corpo e della sua mente, i suoi movimenti fisici e le espressioni dei suoi movimenti cerebrali. Il bambino assorbe queste denominazioni, queste caratteristiche che si sente assegnare, e così crea sempre più identificazione con il nome, con le caratteristiche e le qualità. Mi è stata posta la domanda: “Quando emerge la coscienza io? Come si struttura la coscienza egoica?”. Indaghiamo. Nessuno dice al bambino che il suo nome è stato dato al suo corpo. La vita che pulsa nel corpo non è denominabile e non è misurabile. Possiamo misurare le qualità e metterle a confronto, giudicarle, ma come potremmo misurare la vita che pulsa nel corpo? ”Ciò che non si rivela con le parole, ma che rivela le parole, sappi che solo questo è il brahman, e non ciò che gli uomini venerano come un oggetto. “ Ciòche non si può comprendere con la mente, ma che comprende la mente, sappi che solo questo è il brahman, e non ciò che gli uomini venerano come un oggetto. “ Ciò che non si può udire con le orecchie, ma grazie al quale le orecchie odono, sappi che qesto solo è il brahman, e non ciò che gli uomini venerano come un oggetto”. Il brahman è l'unità indivisa della vita e il bambino è la manifestazione individualizzata di questa unità, è il brahman che si è compassionevolmente manifestato in una forma limitata al cui interno ontinua a pulsare. E' la danza del manifesto e dell'immanifesto. Fritjof Capra chiama questa interazione tra le innumerevoli energie dell'universo la “ danza di Siva” o il “ Tao della fisica”. Oggi la fisica è sulla soglia della metafisica e la mistica odierna, e la base della spiritualità di domani. ma nessuno dice al bambino che oltre il corpo, al nome, alla qualità, ai condizionamenti e a tutto ciò che è misurabile, siamo qualcosa che non è denominabile ne misurabile. Forse è questa l'essenza del nostro essere, e il corpo è solo la scorza esterna che racchiude il cervello, la mente, il recinto interno nel tempio del corpo. Ma in quella dimora risiede la totalità non denominabile, non misurabile e non descrivibile della vita, che possiede la luce, il calore, il movimento e la creatività per esprimersi in innumerevoli modi. E' il nostro universo. L'universo, il mondo manifestato, è quindi una copertura del divino che si nascnde per gioco dietro i molti, dietro l'innumerevole varietà delle forme. |